Il caso di Karel Moor

Il caso di Karel Moor (Lazne Belohrad 26.XII.1873 – Praga 30.III.1945), l’ennesimo “K” della cultura boema, di scena a Trieste sicuramente tra il 1901 ed 1905, è una testimonianza paradigmatica di quell’ultimo folle slancio creativo ultra-romantico che inondò le sponde dell’Adriatico all’inizio del ’900. Preparazione raffinata e immancabile background formatosi nella galassia culturale mitteleuropea, tra nevrosi patologica ed entusiasmo incontenibile, si alternano in un artista che scelse di esprimere a tutto tondo il proprio Io, tra musica e letteratura, in una città, la Trieste Musicalissima di allora, che faceva eco a tutte le maggiori correnti culturali europee. Il volume pubblicato ultimamente dal Lumen Harmonicum di Trieste (Karel Moor. Musicista “migrante” nella Mitteleuropa del ’900 dalla Praga di Antonin Dvorak alla Trieste di Italo Svevo fino ai nuovi Paesi slavi del Sud) è la prima pubblicazione moderna su questo artista, per di più e per la gran parte, in lingua italiana. Raccoglie diversi Studi di professori universitari, cultori ed esperti cechi, ungheresi, croati, serbi, bosniaci, bulgari, italiani, accanto a prime traduzioni in italiano di Testimonianze dirette tra cui varie fonti autografe: Memorie, Pilsen 1917, racconto in forma quasi diaristica delle peripezie patite nei Balcani durante la Grande Guerra e Nelle braccia del Destino. Memorie di un Musicista autobiografia pubblicata postuma quando la Mitteleuropa, uscita dall’incubo nazista, stava incontrando il gelo sovietico.

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